“La velocità è nulla senza il controllo”. Cambiando leggermente la frase di una pubblicità molto famosa qualche anno fa, torniamo a parlare di comunicazione e del modo migliore per comunicare.
Nel secondo post della nostra serie #paroleinliberauscita si diceva che le nuove generazioni stanno preferendo la velocità di un’emoticon mandata tramite un messenger piuttosto che un concetto espresso di persona, magari fatto proprio davanti all’interessato/a.
Ricordiamoci che la nostra “mancata comunicazione” non è mai “colpa degli altri che non ci capiscono”, è sempre legata al fatto che noi non riusciamo a far comprendere al meglio i nostri sentimenti o le nostre idee agli altri.
Perché dunque ridurre un nostro pensiero ad un misero disegnino? Soprattutto pensando a questo: una emoticon, un disegnino, anche una frase scritta, è soggetta alla libera interpretazione di chi la riceve e la sua interpretazione è legata soprattutto allo stato d’animo della persona che la ascolta.
Ci è mai successo di inviare in messaggio in risposta ad una domanda con su scritto ad esempio un semplice “SI” e leggere in risposta: “Cosa vuoi dire con: SI”?!?!
Magari questo ha scatenato una discussione infinita che non ha portato da nessuna parte se non ad una perdita di tempo o peggio, ad una arrabbiatura tra voi e il destinatario del messaggio.
Proviamo a pensare a quanti significati può assumere una semplice affermazione, facciamo un esempio:
Quante risposte si possono dare in maniera affermativa alla domanda:
“Andiamo al cinema stasera”?
SI (Neutro)
SI (Interrogativo)
SI (Affermativo)
SI (Affermativo con entusiasmo)
SI (Dubbioso)
SI (Deridente)
Sentito quanti differenti tipi di “SI” ci ritroviamo? E tutti si potrebbero scrivere nella stessa maniera, e quindi dare addito a delle eventuali incomprensioni tenendo sempre conto di questo fattore: Un SI è sempre un SI. Ma, a seconda dello stato d’animo della persona che lo legge, può venir interpretato e distorto da innumerevoli elementi esterni!
La comunicazione verbale (nel nostro caso il “SI” affermativo) influenza l’incisività del messaggio per una minima parte, normalmente intorno al 7 %, mentre la comunicazione paraverbale (quindi l’impostazione del timbro vocale, il volume, l’intonazione e la cadenza) è molto più importante per farsi comprendere in maniera corretta, l’incisività è intorno al 38%. Se poi a questo aggiungiamo la comunicazione non verbale (ad esempio la postura del nostro corpo, la gestualità delle nostre braccia, del nostro volto, i nostri sguardi) allora l’incisività della nostra comunicazione si alza ulteriormente di un altro 55%!
Questo per dire che, ottimizzando al massimo questi tre i tipi di comunicazione, il risultato dovrebbe essere quello di non avere alcuna incomprensione!!
Con emoticon e brevi messaggini noi riduciamo la possibilità di essere compresi correttamente al 7%, impressionante vero?
Quindi, da adesso in avanti, non facciamoci più domande del tipo: “Mi avrà capito?” seguite generalmente da autoaffermazioni tipo: “Io gliel’ho spiegato bene, poi se non lo capisce, affari suoi”. Perché si sa, NOI NON SBAGLIAMO MAI; sono sempre gli altri che non ci capiscono!!!
In realtà, le domande che ci dobbiamo fare sempre più spesso sono quelle viste nel post #paroleinliberauscita #1, quelle tipo: “Sono riuscito a spiegarmi bene”? “Ho davvero detto tutto ciò che serviva nella maniera migliore”?
“L’interlocutore ha realmente capito ciò che voglio dire”?
Per avere dei feedback, dei ritorni, a volte, al termine di una comunicazione, io ho l’abitudine di domandare: “Mi sono spiegato?” e verificare tramite l’espressione dell’altra persona che il messaggio sia realmente arrivato in maniera corretta.
Certo, il rischio di diventare prolissi c’è ed è evidente, ma anche per questo ci sono alcuni trucchi che si possono utilizzare; magari non durante una semplice chiacchierata tra amici ma, in previsione di un discorso davanti ad altre persone (che paura di parlare in pubblico, non è vero?!?!), potrebbe essere utile (direi doveroso) prepararsi almeno la struttura del discorso, scriversi almeno le linee guida, in modo da non ripetersi troppo, di non perdersi, di essere efficaci.
Tra poco ci saluteremo, ma non è ancora adesso il momento, prima vi voglio ancora accennare di un argomento che tratteremo in futuro:
Poco fa si diceva della paura del parlare in pubblico: sapete che questa è una delle paure più diffuse tra l’uomo?
Questa paura sarà l’argomento del post #paroleinliberauscita #4,
per ora, vi saluto e vi auguro di passare una giornata meravigliosa!
A presto!